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  • Hotel Tevere [3 stelle], Hotel e Ristorante a Perugia - Umbria, Italy

10 Buoni motivi per venire in Umbria! Il secondo: Enogastronomia, sapori e profumi della nostra terra!

E come promesso eccoci qua di nuovo pronti a suggerirvi il secondo ottimo motivo per visitare la nostra bellissima città e la nostra regione…

i nostri prodotti e i nostri sapori per tutti coloro che amano il gusto, la buona tavola e il buon vino e per tutti coloro che pensano che la vita sia troppo breve per non mangiare bene!!

Ecco i nostri suggerimenti:

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STRADA DEL VINO COLLI DEL TRASIMENO

Strada o forse via o cammino o ancora itinerario; ma al di là delle varie definizioni, da sempre è l’uomo, che si incontra con la natura, con se stesso e con gli altri uomini. Con questo percorso enoturistico si vuole esaltare il lato emotivo del buon vino, cioè l’arte di far si’ che le emozioni altrui diventino nostre e le nostre altrui. La Strada del Vino Colli del Trasimeno propone quattro percorsi: –

TRA I CAMPI DI ANNIBALE“, che comprende i territori di Tuoro e Passignano –

SULLE ORME DEI CAVALIERI DI MALTA“, che comprende i territori di Magione e Corciano –

LE TERRE DEL PERUGINO“, che comprende i territori di Città della Pieve, Paciano, Panicale, Piegaro –

NEL MARCHESATO DI ASCANIO DELLA CORGNA“, che comprende il territorio di Castiglione del Lago Ad ogni passo la “Strada del Vino Colli del Trasimeno” si presenta come una palestra naturale, dove esercitare tutti i cinque sensi per appagare: gusto, vista, tatto, odorato e udito, attraverso un itinerario pieno di memoria, cultura, natura e sapori.

Nel percorrere i suoi colli si riceve la sensazione di essere sospesi a 300-400 metri tra lago e cielo dove le vigne sono diventate coltivazioni preziose, collocate ai confini di un bosco o di un oliveto, di campi di girasole e di grano. “Prima cratera ad sitim pertinet, secunda ad hilaritatem, tertia ad voluptatem, quarta ad insaniam …”, così il motto di Apuleio ci consegna le quattro nature del vino. Ogni viaggiatore lungo il suo itinerario attraverso i Colli del Trasimeno, può maturare una sorta di complicità con il suo calice: gustandosi il primo, risponde al bisogno ed alla sete; riempiendo il secondo libera la natura gioiosa del vino, come evocata dai famosi “Carmina Burana”; la terza natura del vino si esprime invece con accenti mistici: il gusto, il colore ed il sapore che aiutano a far uscire sentimenti di passionalità e voluttà; con il quarto bicchiere il mondo si percepisce sovvertito, verità velate si svelano, trionfa Dioniso.

CENTRO DI INFORMAZIONE PERCORSO DEI SENSI, Passignano sul Trasimeno Logo-Centro-di-informazione.preview Il Centro di Informazione della Strada del Vino Colli del Trasimeno consente ai visitatori di avvicinarsi ai valori ed alle tradizioni di questo territorio: la storia, l’arte e la cultura immutate nel tempo hanno permesso di mantenere in questo contesto territoriale una dimensione di armonia ambientale e di ritmi ancora lenti.

 

 

 

MUSEO DEL VINO, TORGIANO É il fascino misterioso del mito dionisiaco e l’articolato sistema di simboli e significati che il vino riveste nel corso dei secoli il filo ndownload (1)arrativo che guida il visitatore attraverso le straordinarie collezioni del Museo del Vino.
Con l’esposizione di reperti archeologici, manufatti d’arte e corredi etnografici per la viticoltura e la vinificazione, il Museo del Vino propone un vero e proprio viaggio nel tempo, che racconta una storia antichissima, ricca di malie e inattese interpretazioni che svelano i mille volti del vino: alimento energetico apprezzato per il gusto e le proprietà eccitanti, preziosa merce di scambio, insostituibile protagonista del simposio, elemento caratterizzante della ritualità religiosa, ingrediente ricorrente nelle preparazioni farmaceutiche… Con l’incanto delle sue collezioni e il rigore della ricerca storica e dell’impostazione museografica, il Museo del Vinocontribuisce alla diffusione di una cultura per il consumo consapevole del vino.

 

LA VALNERINA: VIAGGIO TRA NORCINI, CASARI E TARTUFARI Comuni interessati dall’itinerario: CASCIA – MONTELEONE DI SPOLETO – NORCIA – POGGIODOMO – PRECI   Nel versante umbro dei Monti Sibillini sono racchiusi, come in uno scrigno, prodotti enogastronomici di eccellente qualità preparati secondo tradizioni centenarie per gli innumerevoli turisti che in qualsiasi stagione dell’anno soggiornano in questo piccolo paradiso. Da Terni ha inizio la Valnerina, una valle immersa nel verde inserita nel Parco Fluviale del Nera dove il paesaggio è dominato dalla Cascata delle Marmore. Qui, la permanenza dell’antica tradizione rurale ha generato un rapporto particolare che lega il paesaggio ai prodotti tipici del territorio. La ricerca del gusto genuino e autentico si può ottenere solo percorrendo lo stesso ambiente che ha generato questi prodotti; si troveranno il profumo del tartufo nero, la tenerezza e i colori della lenticchia, la fragranza del farro, la pastosità dei salumi, la delicatezza della trota, il sapore dei gamberi rossi del Nera, la morbidezza piccante del pecorino, la finezza dorata del miele e il profumo intenso dello zafferano. Eccellenza di questo territorio sono i prodotti della “Norcineria”, notevoli per stagionatura e sapore.images Norcia è famosa per la lavorazione del maiale: “NORCINI”  sono detti coloro che si dedicano a questa attività. Essa avviene in inverno e rappresenta tuttora una festa. Il giorno in cui si uccide il maiale si scalda l’acqua in un “callaio”  per “pelare” il maiale. Nella seconda fase lo si apre e lo si divide. Il giorno in cui viene ucciso si usa cucinare la “padellaccia” (pezzetti di carne, animelle, pezzetti di fegato, e polmone); il sangue raccolto è usato per i sanguinacci. Il giorno dopo il “norcino” prepara gli insaccati; taglia le bistecche e le puntarelle, cuoce la coppa e procede alla “salata”, ossia pone la carne sotto sale. I salumi sono appesi davanti al camino e sono “sfumati”, asciugati e poi portati in cantina. Essi potranno essere consumati nel periodo di Pasqua. 4
Norcia e Valnerina sono le zone più famose per la produzione di prosciutto umbro, grazie alle particolari condizioni climatiche del territorio e alla maestria degli artigiani locali. Il prosciutto di Norcia forma insieme al pane casereccio cotto a legna, uno degli abbinamenti vincenti della gastronomia nostrana. La “corallina di Norcia” è uno dei più noti salami umbri, a pasta finissima, insaporita da pepe e aglio macerato al vino e spesso affumicata bruciando bacche di ginepro. Ancora il capocollo e la coppa.
I pascoli del Piangrande e del Pian Piccolo, della piana di Castelluccio e della conca di Norcia, ricchi di piante acquatiche e aromatiche, sono i principali fornitori del buon foraggio, la materia prima del buon latte e dei buoni formaggi. Particolarmente noto è il pecorino di Norcia, ottenuto da latte ovino e prodotto in tutta la Valnerina, che comprende oltre Norcia anche Cascia, Spoleto, Poggiodomo, Preci e Monteleone. Ancora la Nanetta, formaggio freschissimo e senza aggiunta di fermenti. Non in ultimo la Lenticchia di Castelluccio di Norcia. La strada che punta dritto verso lo sperone di Castelluccio passa al centro della pianura che produce le lenticchie più rinomate d’Italia e del mondo, famose per la loro delicatezza e per le loro dimensioni minute: il loro diametro è di appena 2 mm. Si differenzia dalle altre lenticchie oltre che per queste dimensioni ridotte anche e soprattutto per la sua elevata rusticità che le permette una cottura rapida.

 

PIATTI TIPICI UMBRI: TOP TEN DA NON PERDERE!

Torta al Testo images (3)La “torta al testo” è un alimento molto antico, è una schiacciata di farina, acqua, olio di oliva, un pizzico di sale (nel caso la si voglia far alzare si aggiunge una punta di bicarbonato o di lievito di birra). Il nome deriva dal “testo”, la pietra piatta refrattaria resa rovente dal fuoco ed utilizzata in origine per la sua cottura, ma è conosciuta anche con i nomi di “crescia” (Gubbio), “torta del panaro” o “pizza sotto il fuoco” (Terni). Economicissima e facile da preparare spesso nelle famiglie umbre era utilizzata come sostituivo del pane. Nel comprensorio eugubino la “crescia” veniva fatta cuocere nei tradizionali “panieri” (testi) appoggiati al camino delle case contadine accanto al fuoco. Le occasioni per prepararla erano quelle relative ai grandi lavori dei campi (mietitura, vendemmia, uccisione del maiale), quando occorreva saziare appetiti robusti con un cibo di difficile digestione che permettesse di risparmiare il più prezioso pane. Oggi la torta al testo si degusta naturale o farcita con prosciutto, salsiccia cotta, verdure lessate, porchetta, stracchino e rucola.

Ciriole alla Ternana sono un impasto di acqua e farina condito con sugo alla base di aglio, olio e peperoncino simile al primo piatto nel narnese e nello spoletino dove la stessa pasta è conosciuta con il nome di strangozzi.

Strangozzi alla Norcina Stringozzi-600x280 Gli strangozzi o stringozzi – parenti strettissimi delle ciriole nel ternano – sono una tipica pasta umbra, semplice da preparare e ancor più semplice da spazzolare. Il nome sembra derivare dastringa, per la forma che richiamava i lacci in cuoio delle scarpe. gli strangozzi tipici umbri sono un gustoso primo piatto (che può diventare unico) versatile in base alle stagioni per la scelta del sugo: con funghi, tartufo o carne. Gli strangozzi alla norcina hanno ovviamente come protagonista il maiale, per cui ingrediente essenziale è la salsiccia, da scegliere con cura.

 

Colomabccio Selvatico detto anche palomba, cucinato soprattutto allo spiedo, tra i piatti più singolari della zona di Orvieto, vi è la gallina ubriaca così chiamata perchè il principale ingrediente è il buon vino di Orvieto.

Torello alla Perugina Capita spesso che gli ottimi sapori di una volta vengano dimenticati. Un vero peccato, secondo noi. Ecco perché oggi vogliamo proporvi un piatto tipicamente umbro, che appartiene alla serie delle antiche ricette: il Torello alla Perugina. La pietanza, diffusa tra le famiglie meno abbienti, serviva per recuperare la carne, che veniva usata nelle minestre serali in modo da non sprecare nulla.

Torcolo di San Costanzo

dolce tipico di Perugia, che una volta veniva preparato per il giorno della festa del Santo, uno dei tre patroni della città che si festeggia il 29 gennaio  Torcolo di San Costanzo

Panpepato è un dolce tipico dell’Italia centrale, in particolare dell’Umbria, preparato nel periodo natalizio;

Ciaramicola è questo il tipico dolce pasquale di Perugia

Rocciata di Assisi che prende il nome dalla forma, la parola roccia in dialetto locale significa tonda, è una ricetta tipica di Assisi ma anche delle città di Foligno e Spoleto  download (2)

Brustengolo  è un classico pane povero, arricchito di frutta secca, della vecchia tradizione campagnola; le frittelle di San Giuseppe, un dolce tipico orvietano che vengono preparate il 19 marzo in ricorrenza del Santo.

 

Cosa dirvi di più..non vi resta che venire a trovarci e godervi tutti i nostri manicaretti, via spettiamo all’Hotel Tevere di Perugia!

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